La Bricòla
C’è un velo di pudore e di riservatezza che da anni avvolge un grande tema: quello del contrabbando; un fenomeno che ha radicalmente mutato l’economia della valle ma che nessuno ha mai voluto o pensato di esibire.
Quando Schiano propone di farne il filo conduttore di una commedia, le reazioni sino univoche: “Meglio non parlarne – commentano a Baruffini – ci sono ferite ancora aperte… la cosa è delicata.”
“Tutto si può raccontare – replica Schiano – se si scelgono i toni giusti”. Cosi inizia a raccogliere le testimonianze e i ricordi dei contrabbandieri e dei finanzieri di allora; legge, si documenta fino ad avere un quadro che gli consente di scrivere la sua prima sceneggiatura: un’opera comica in due atti che risponde a questa domanda: che cosa sarebbe successo se, nella Baruffini degli anni ’60, la figlia di un contrabbandiere si fosse innamorata di un finanziere? Magari proprio di quell’odiato finanziere che perseguita i poveri contrabbandieri cercando di coglierli sul fatto?
La storia parte da questo interrogativo per dipanarsi in episodi esilaranti che avranno il loro epilogo nel classico lieto fine: il padre, per amore della figlia, finirà per benedire l’unione, grazie anche all’inaspettata eredità lasciata da parte di un ebreo al padre della ragazza come ringraziamento per avergli salvato la vita in tempo di guerra.
La commedia prende a pretesto questa fantasiosa storia per ripercorrere le tappe del contrabbando, dal suo inizio sino al suo esaurirsi, rimandando ad episodi veri e verosimili, ai fatti di sangue, ai sacrifici e alla contrapposizione fra i due opposti schieramenti: quello della legalità e quello dei fuorilegge per necessità. Uno spaccato di vita contadina nel quale molti Tiranesi non hanno esitato a riconoscersi.
Ma non basta, Schiano costruisce anche un cortometraggio introduttivo, allestendo un set cinematografico presso l’ormai decadente caserma dei finanzieri, al Sasso del Gallo. La compagnia ripulisce il piazzale dalla vegetazione, vengono messe tendine alle finestre e in breve tempo la postazione riprende vita (almeno in apparenza e giusto per le riprese) con tanto di finanzieri in divisa e pastori tedeschi. Poi si ripercorre il sentiero del contrabbando, come in una candid camera, dalla caserma di Viano a Baruffini con tanto di inseguimenti, con macchine e moto d’epoca. Luca Soltoggio e Marco Pigna eseguono le riprese con un piccola videocamera e montano il filmato.
La Bricòla, questo il nome della pièce (e fardello simbolico di quel periodo) esordisce al Centro Culturale Rio, in Svizzera il 20 settembre del 2002, in occasione delle giornate dedicate ai confini del Grigioni italiano. Il lavoro verrà poi riproposte sul parquet del Cinema Teatro Mignon. Il successo è enorme ma l’aspetto più importante è stato il ritrovarsi, quasi goliardico, dei protagonisti di due fazioni che per un periodo (per molti quello spensierato e incosciente della giovinezza) si sono ritrovati ad interpretare il proprio ruolo, su fronti opposti ma nel reciproco rispetto.
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