La Scelta
Ci sono spettacoli che nascono per intrattenere, spettacoli che nascono per emozionare, spettacoli che nascono per lanciare un messaggio. La Scelta è anche tutto questo, ma soprattutto rappresenta lo sforzo di voler raccontare un particolare periodo della nostra storia, il ventennio fascista, soprattutto alle giovani generazioni, perché crediamo che solo conoscendo il passato, si posa diventare più bravi a vivere il presente e a prepararsi al futuro.
Lo fa sia attraverso un assemblaggio cronologico di filmati d’epoca, sia attraverso i racconti dei pochi testimoni ancora in vita. Viene così pazientemente costruita una trama che intende raccontare, soprattutto alle giovani generazioni le illusioni, le lacerazioni di chi ha vissuto il Ventennio, di chi dovuto scegliere fra fedeltà e libertà. Sullo sfondo la lotta fra fratelli o fra uomini e donne che hanno scelto la misericordia rischiando la loro vita per gli altri.
La vicenda si svolge fra le mura domestiche di una famiglia tiranese travolta, come tante, dagli eventi della storia mentre su un grande schermo, a rappresentare il “fuori”, si stagliano le immagini del passato. Un parallelismo quasi didattico e didascalico che ci trascina letteralmente all’interno delle vicende, facendole vivere allo spettatore in prima persona.
Gli ebrei in fuga dall’Aprica, il ruolo delle forze dell’ordine e del clero, la nascita e la caduta del regime, l’illusione dell’impero, gli espedienti per sopravvivere e continuare a credere, il dramma della guerra… sono tutti ingredienti di questa narrazione che alterna registri comico-popolari con momenti drammatici e di alta tensione.
Un racconto di pura fantasia che restituisce a tutti noi la memoria di chi c’era, al di là e al di fuori di ogni ideologia. La prima de La Scelta è stata rappresentata il 25 aprile del 2017 al Cinema Mignon di Tirano, nella ricorrenza della giornata della Liberazione, in collaborazione con il Comune di Tirano, alla presenza del Prefetto e delle autorità civili e militari.
Foto da “Il Grigione Italiano” (Remo Tosio)
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